Fra le istituzioni prime firmatarie del Pledge of Peace ve ne sono almeno tre dell’area medica: La Società Italiana di Medicina Omeopatica (firmatario Ciro D’Arpa, presidente), la Scuola di Medicina Omeopatica di Verona (firmataria Albarosa Mazzi in rappresentanza della direttrice Raffaella Pomposelli), l’Ordine dei Medici di Palermo (firmatario Giuseppe Buffa in rappresentanza del presidente Salvatore Amato).
Quale, in prima istanza, il significato di queste adesioni?
Nell’ambito sanitario è istituzionalmente affermato (ad esempio dall’Organizzazione Mondiale della Sanità) che la Salute sia uno stato dell’essere ben più vasto della semplice assenza di malattie.
Malgrado tali affermazioni, è essenzialmente di malattie che si occupa concretamene, ogni giorno, la Medicina attuale: è una visione riduzionistica che potrebbe essere superata.
Una ridefinizione medico-scientifica del paradigma di Salute/malattia appare oggi possibile nell’ambito del pensiero sistemico e delle scienze della complessità.
Inoltre e soprattutto, una ridefinizione clinica della salute come target dell’intervento terapeutico reale è suggerita da più parti del contesto scientifico-sanitario, come anche dalla maggior parte delle Medicine Tradizionali, compresa quella omeopatica, dagli interventi psicoterapici, osteopatici e da ogni approccio sistemico.
Secondo tali ridefinizioni, la Salute è uno stato complessivo dell’essere (un livello di funzionamento cognitivo, in termini sistemici) che si fonda sull’esperienza esistenziale innata di benessere, gioia, chiarezza e consapevole partecipazione alla vita. “Pace” è uno dei termini che può essere adoperato riguardo questa esperienza.
Una sperimentazione interiore di pace che non ha nulla a che vedere con l’assenza di circostanze belliche esterne. “Quella pace che un soldato può provare anche in guerra”, come aveva bene evidenziato Prem Rawat. Ovvero, citando il preambolo della Costituzione dell’UNESCO, "Poichè le guerre hanno origine nella mente degli uomini, è nella mente degli uomini che le difese della pace devono essere costruite".
La pace innata è una esperienza fisiologica nella prima infanzia che viene – altrettanto fisiologicamente- gradualmente sopravanzata dai funzionamenti acquisiti di personalità e limitata dalle malattie. Nell’adulto è una potenzialità sempre attiva nel presente, che può bene essere riconosciuta consapevolmente come emergenza radicale quando l’essere riguadagna uno spazio di maggiore libertà dalla malattia.
In questo caso, “malattia” non connota necessariamente uno stato nosologico ma uno stato (“dis-ease”) di mancanza di agio nel vivere.
Si tratta di concetti che sono stati dibattuti in sede medico-scientifica nel recente Convegno di Verona (26-29-11-2011). Non casualmente a questo Convegno hanno attivamente contribuito dei medici presenti al Parlamento di Bruxelles (i tre firmatari sopra citati e Lia Iacoponelli).
Dal punto di vista medico, la sfida che il presente ci offre non è soltanto la ridefinizione teorica e clinica di una Medicina della Complessità, ma anche quella di favorire l’emersione di una Medicina della Consapevolezza.
In termini sistemici non ha più molto senso mantenere la compartimentazione rigida tra scienze naturali ed umanistiche, tra biologia e spiritualità. Anche in questo caso – come nel caso della “pace”- potremmo mettere da parte i proclami e le asserzioni di principio sulla consapevolezza in Medicina e lavorare da un altro punto di vista: la consapevolezza è uno stato ed uno strumento dell’operatore sanitario, è un livello di condivisione col paziente, è un obbiettivo della sua guarigione.
Il presente report è finalizzato alla divulgazione dell’evento di Bruxelles e del Progetto in atto che ne deriva.
Il testo del “Pledge of Peace” è su www.associazionepercorsi.com, e può essere liberamente sottoscritto da chiunque ne riconosca la validità e le possibilità, a nome della sua istituzione pubblica o privata di appartenenza. Per la nostra parte, adopereremo i nostri siti istituzionali per dare trasparenza e divulgazione all’iniziativa e per pubblicare i nostri contributi in itinere.
Bruxelles, 28 Novembre 2011
Giuseppe Buffa, Ciro D’Arpa, Lia Iacoponelli, Albarosa Mazzi, Raffaella Pomposelli.