sabato 28 maggio 2011

“Non seguite i leaders politici, pensate con la vostra testa...

…Anche i leaders politici pensino con la loro testa. Cerchiamo tutti di essere intelligenti”.

Se non le parole esatte, questo il significato (uno dei significati) delle parole di Prem Rawat a Mazara del Vallo.
Ero tra i presenti, perché l’unica Antropologia possibile è quella sul campo, e qui il campo era piazza Mokarta.
Non era un discorso sussurrato, era un discorso pubblico in una piazza gremita da almeno un migliaio di persone. Metà mazaresi e metà venuta dal resto del mondo. In un discorso ufficiale su invito della Municipalità e con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, del Senato, della Camera e di un paio di Ministeri.
Sullo sfondo del mare volavano i gabbiani ed i caccia rientravano a Birgi.
Il razionale del discorso è che la pace – la pace in terra- è un’esperienza innata con la quale ognuno di noi è già implicato nel suo cuore e che aspetta semplicemente di essere espressa.
Il discorso è consistito in precisazioni sull’argomento. Sembrava la spiegazione di “Immagine” di John Lennon, che era stata eseguita sul palco un’ora prima.
“Tu dirai che sono un sognatore… ma non sono il solo…”. Prem Rawat e le rappresentanze istituzionali presenti non sono precisamente sognatori, è gente molto concreta.
Beh, direi che è di questa antropologia umana che abbiamo bisogno. 
E, soprattutto, è di questa umanità che già partecipiamo.

Approfondimenti (su Hotfile): Prem Rawat Background

3 commenti:

  1. L’uomo, solo l’uomo fra gli esseri viventi, riesce ad essere lui stesso ricercatore ed oggetto della sua osservazione. La natura degli individui, la sua evoluzione, il linguaggio, tutti gli schemi di comportamento, le relazioni sono oggetto di studi approfonditi e di attente analisi logiche e sociali attraverso quel microscopio speciale che analizza ogni cellula, cercando di comprenderne il senso da dentro, che è l’intelletto.
    A forza di ragionamenti e senza comprenderne il vero significato, ognuno con il suo quotidiano agire scandito da orologi esterni, si allontana da quella pace gioiosa che è nella vera natura umana, nel battito spontaneo del nostro cuore, nel soffio vitale di ogni respiro.
    Le parole possono farci sentire distanti, ma il cuore no.
    Il bisogno primario di ognuno di noi è identico in ogni parte del mondo, in ogni epoca, in ogni cultura. Da questo partono i concetti di polis ed isonomia, dall’affinità che esiste non solo fra creature viventi, ma fra esseri umani e natura stessa.
    La pace di cui parla a tutti gli uomini e le donne del mondo Prem Rawat è qualcosa di concreto, che non va studiato o costruito perché esiste da sempre; è l’armonia, la bellezza della vita, l’equilibrio, l’amore e, (per me che faccio il medico da 25 anni), naturalmente è la salute. E’ possibile allora credere in un unico filo conduttore che rende possibile la realizzazione dei sogni, elimina le distanze, a cui non servono le parole, che non ha paura del tempo che passa.
    Il seme è stato piantato molto tempo fa, le radici sono profonde e le foreste rigogliose profumano come solo la vita può fare.
    Non lasciamoci distrarre allora, anche quando pensiamo di averlo perso o dimenticato, l’amore rinasce sempre uguale, perché non risente dell’evoluzione, non teme nulla, non invecchia e non si deteriora.
    La pace? Semplicemente c’è.
    Se riusciamo a sentirla, a esprimerla, faremo da moltiplicatori, saremo come specchi che riflettono altri specchi e, ne sono certa, tutto ci verrà restituito con gli interessi.
    Lia Iacoponelli

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  2. Una muy bella y profunda disertación su comentario, Dra. Iacoponelli. Congratulaciones.

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  3. Un evento, quello di Mazara che induce a profonde riflessioni e che realmente potrà essere un nuovo inizio per nuovi percorsi antropologici.

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